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Confiscati beni per circa € 1,5 milioni a imprenditore appartenente a Cosa nostra

Confiscati beni, stimati in circa 1,5 milioni di euro, ad imprenditore già reggente del mandamento mafioso di bagheria (PA). L’attività di indagine, finalizzata all’individuazione delle disponibilità economico-imprenditoriali riconducibili ad appartenenti all’organizzazione mafiosa Cosa nostra e svolta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Palermo, aveva già portato nel 2018 all’emissione, da parte del Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, che aveva accolto le richieste della locale Procura della Repubblica, di un provvedimento di confisca di beni per un valore complessivo attualmente stimato in circa 1,5 milioni di euro, a carico DELL’imprenditore edile, in atto detenuto

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Confiscati beni per circa 1 milione e 200 mila euro ad esponenti di rilievo del mandamento mafioso

Le attività d’indagine finalizzate all’individuazione delle disponibilità economico-imprenditoriali riconducibili ad appartenenti all’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra”, svolte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Palermo, avevano già portato tra aprile e maggio 2018 all’emissione da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, che aveva accolto le richieste della locale Procura della Repubblica, di un provvedimento ad esponenti di rilievo del mandamento mafioso di confisca di beni per un valore complessivo di circa 720.000 euro a carico di B.S. nato a Belmonte Mezzagno e di un altro provvedimento di confisca di beni per un valore complessivo di circa 500.000 euro a carico di D.S.G. detto “G.” nato a Bagheria

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Confiscati a due appartenenti ad un gruppo nomade beni per oltre 1 milione e 700 mila euro

I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito un provvedimento di confisca emesso dalla locale Corte di Appello, avente ad oggetto un patrimonio immobiliare e mobiliare per un valore stimato di oltre un milione e settecentomila euro, riconducibile a due siciliani, un uomo e una donna attivi nel settore delle estorsioni e delle truffe nei confronti di anziani, di origini siracusane e appartenenti ad un gruppo nomade diffuso soprattutto in Sicilia e noto come “camminanti” (caminanti in siciliano) la cui comunità più cospicua risulta radicata a Noto (SR). Agivano in tutta Italia, per poi scegliere, con cura, le loro vittime, l’ultima delle quali a Messina