La Guardia di Finanza di Messina ha posto sotto sequestro valori per più di un milione di euro per reati fiscali ai danni di una società di trasporto marittimo e costiero di passeggeri con sede a Messina.
LE INDAGINI
È un sequestro preventivo finalizzato alla confisca “per equivalente” disposto dal GIP del Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura della Repubblica, volto ad assicurare il reale recupero delle imposte sottratte a tassazione. In tale ottica, infatti, è possibile ricorrere – nei casi più gravi e con specifico provvedimento dell’Autorità Giudiziaria – all’esecuzione di mirati sequestri penali di beni: detti sequestri, peraltro, possono essere effettuati non soltanto sui beni ottenuti mediante le condotte illecite penalmente rilevanti sotto l’aspetto tributario, ma anche nella forma “per equivalente”, ovvero aggredendo beni di cui la società, ovvero l’imprenditore, nel caso di incapienza, abbia comunque la disponibilità, indipendentemente dall’essere gli stessi “frutti” diretti delle condotte illegali.
I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Messina, nel caso specifico, hanno sequestrato provviste finanziarie riconducibili alla società per un valore di 1.047.597 euro, importo pari all’evasione posta in essere negli anni 2016, 2017 e 2018 e constatata a seguito di apposito controllo fiscale. L’evasione sarebbe scaturita dall’indebita fruizione di agevolazioni fiscali, consistenti nella detassazione del reddito che il legislatore tributario prevede nello specifico comparto della navigazione.
L’evasione deriverebbe dall’indebita fruizione di agevolazioni fiscali, consistenti nella detassazione del reddito che il legislatore tributario prevede nello specifico comparto della navigazione. La società, beneficiando del regime agevolato, avrebbe così sottratto a tassazione -nella misura dell’80% – il reddito derivante da una particolare forma di noleggio di una nave iscritta nel registro internazionale al quale, secondo ipotesi d’accusa, non avrebbe avuto diritto.
IL PROVVEDIMENTO
Al termine dei riscontri eseguiti, seppur in una fase cautelare – che solo attraverso il contraddittorio tra le parti e le decisioni di Giudici ulteriori e diversi rispetto al Gip, si potrà trasformare in una decisione definitiva in ordine alle responsabilità sino ad ora ipotizzate – le fonti di prova assicurate al procedimento sono state considerate dal competente Giudice confermative del fumus della commissione del reato di “Dichiarazione infedele” dei redditi, punita dall’art. 4 del D.Lgs. 74/2000, così disponendo l’odierna misura cautelare reale.
NOTA
L’operazione posta in essere, oltre a confermare il ruolo della Guardia di Finanza quale organo di polizia giudiziaria con competenze specialistiche nel comparto della tutela della sicurezza economico finanziaria e l’attenzione posta dall’Autorità Giudiziaria di Messina alla particolare tematica, si inserisce perfettamente nelle linee strategiche d’azione del Corpo, finalizzate ad aggredire i patrimoni indebitamente accumulati e a combattere il pericoloso fenomeno dell’evasione fiscale che, oltre a produrre considerevoli danni all’Erario, penalizza gli operatori del settore virtuosi, alterando la concorrenza tra imprese oneste.
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