La Polizia di Stato di Palermo, su disposizione della Procura della Repubblica della città, ha dato ieri esecuzione a 5 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto, nei confronti dei pregiudicati: C.F. classe 1955; C.A. classe 1960; M.V. classe 1962; S.A. classe 1979; T.C. classe 1973. Tutti i soggetti – specializzati nelle rapine in banca “in trasferta” – sono al momento gravemente indiziati di aver perpetrato una rapina a mano armata in un istituto di credito, provvedendo pure a sequestrare, nell’occorso, per circa 40 minuti 6 persone tra impiegati e clienti. Il “bottino” della rapina equivale a 84.000 €.
In particolare, nella mattinata del 04 aprile u.s., veniva perpetrata una cruenta rapina ai danni della banca CREDEM, sita nel centro di Terrasini (PA), durante la quale 3 uomini – travisati da cappelli e mascherine, taglierino in pugno – si sono introdotti nell’istituto di credito ed hanno atteso l’apertura temporizzata del caveau, per un tempo di circa 40 minuti.
Nelle more, sotto minaccia, hanno costretto uno dei cassieri ad effettuare 10 prelievi da 2000€ “cash in” dalle casse della banca. Prima di andar via, hanno legato gli impiegati e i clienti con delle fascette e si sono dileguati.
L’attività investigativa – coordinata dalla locale procura, primo dipartimento – ha consentito di identificare non solo i tre soggetti che materialmente hanno fatto accesso in banca ma anche altri due indagati che hanno avuto comunque un ruolo attivo nella commissione di tale efferato delitto.
Uno dei 5 fermati era sottoposto alla pena alternativa della semilibertà del condannato, con onere di svolgere attività di volontariato presso un’associazione cittadina: circostanza che ha anche sfruttato per crearsi un alibi il pomeriggio subito dopo la rapina, in quanto si è recato presso quella struttura, indossando però lo stesso abbigliamento utilizzato per commettere il reato.
Un altro degli arrestati, invece, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno per mafia, nell’occasione ha pure violato le prescrizioni imposte dalla misura di prevenzione in quanto – ovviamente – non è autorizzato a recarsi fuori dal comune di Palermo, oltre che ad associarsi con pregiudicati. Per entrambi è scattata una circostanza aggravante generata dal loro precedente status, mentre a 4 dei 5 fermati viene anche contestata la recidiva.
Dalle attività d’intercettazione è emerso pure che gli odierni fermati si vantavano delle loro abilità e dei commenti “positivi” ricevuti in coda ad un articolo di stampa riferito proprio alla rapina in questione. Tale circostanza ha consentito, peraltro, di fissare dei punti temporali importanti in ordine alle responsabilità penali loro contestate per i fatti avvenuti a Terrasini.
Inoltre gli stessi soggetti gioivano del fatto che, di recente, la discussione politica sull’abolizione dell’uso delle mascherine aveva subito uno stop, considerandolo una fortuna per i loro affari, in ragione del fatto che il travisamento in tal modo risulta quasi naturale.
Gli odierni provvedimenti sono conseguenziali pure alla progettualità emersa durante l’attività di intercettazione, relativa al fatto che i predetti avevano intenzione di recarsi fuori sede e in particolare in alcune città del centro-nord Italia per perpetrare altre rapine.
Durante le fasi dell’indagine, peraltro, non sono mancati frequenti sopralluoghi da parte degli indagati, propedeutici alla commissione di altri “colpi” anche in alcune località della provincia. In un’occasione, peraltro, il controllo mirato effettuato in carico agli stessi, ha consentito di scongiurare la perpetrazione di una ulteriore rapina ad una banca di un comune limitrofo.
Il quadro probatorio restituisce al momento dei gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati la cui responsabilità effettiva potrà essere valutata nel corso delle conseguenti fasi processuali. In sede di convalida il GIP ha disposto la misura cautelare dela custodia in carcere.
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