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Arrestato altro candidato alle comunali di Palermo per scambio elettorale politico-mafioso

a Polizia di Stato di Palermo ha arrestato con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso un candidato di Fratelli d’Italia al Consiglio comunale del Capoluogo siciliano e un boss della zona di corso dei Mille nel quartiere Brancaccio da poco scarcerato per un cavillo dopo una condanna a 20 anni per associazione mafiosa. Il predetto candidato al Consiglio comunale, ex consigliere comunale di Villabate (PA), il 28 maggio avrebbe incontrato il mafioso e gli avrebbe chiesto il sostegno alle elezioni di domenica prossima. Appena due giorni addietro, per lo stesso reato, era stato arrestato e condotto in carcere dalla Polizia di Stato un candidato di Forza Italia al Consiglio comunale di Palermo nonché dipendente di Riscossione Sicilia (dal 1° ottobre 2021 ADER-Agenzia delle entrate-Riscossione), ex consigliere provinciale eletto all’epoca nell’Udc

La Polizia di Stato di Palermo ha arrestato con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso un candidato di Fratelli d’Italia al Consiglio comunale del Capoluogo siciliano, Francesco Lombardo, e il mafioso Vincenzo Vella, boss di Brancaccio, già condannato tre volte per associazione mafiosa. Il candidato al consiglio comunale, il 28 maggio, avrebbe incontrato il mafioso e gli avrebbe chiesto il sostegno alle elezioni di domenica prossima.

Lombardo è un ex consigliere comunale di Villabate (PA) e a queste elezioni amministrative si era candidato al Consiglio comunale di Palermo. Sarebbe stato intercettato alcuni giorni fa mentre dialogava con un boss della zona di corso dei Mille, Vincenzo Vella (anche lui arrestato), da poco scarcerato per un cavillo dopo una condanna a 20 anni per associazione mafiosa.

Arrestato altro candidato alle comunali di Palermo per scambio elettorale politico-mafioso

La Polizia ha immediatamente trasmesso l’intercettazione alla Procura che ha chiesto al GIP la custodia cautelare in carcere per entrambi  che ha contestato l’art. 416 ter c.p. “Chiunque accetta, direttamente o a mezzo di intermediari, la promessa di procurare voti da parte di soggetti appartenenti alle associazioni di cui all’articolo 416 bis o mediante le modalità di cui al terzo comma dell’articolo 416 bis in cambio dell’erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di qualunque altra utilità o in cambio della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione mafiosa è punito con la pena stabilita nel primo comma dell’articolo 416 bis. La stessa pena si applica a chi promette, direttamente o a mezzo di intermediari, di procurare voti nei casi di cui al primo comma. Se colui che ha accettato la promessa di voti, a seguito dell’accordo di cui al primo comma, è risultato eletto nella relativa consultazione elettorale, si applica la pena prevista dal primo comma dell’articolo 416 bis aumentata della metà. In caso di condanna per i reati di cui al presente articolo, consegue sempre l’interdizione perpetua dai pubblici uffici”.

L’inchiesta è coordinata dal Procuratore aggiunto Paolo Guido della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.

Appena due giorni addietro per lo stesso reato, era stato arrestato e condotto in carcere dalla Polizia di Stato per scambio elettorale politico-mafioso, Pietro Polizzi, dipendente di Riscossione Sicilia (dal 1° ottobre 2021 ADER-Agenzia delle entrate-Riscossione), ex consigliere provinciale eletto all’epoca nell’Udc e adesso candidato con Forza Italia nel Consiglio Comunale di Palermo alle elezioni che si terranno domenica prossima. L’accusa nel suo caso è di avere stretto un patto con i boss del mandamento Uditore, i costruttori Sansone, storici alleati del capomafia Totò Riina ospitato nell’ultimo periodo della sua latitanza in una delle loro ville.

NOTA

Giova precisa che i procedimenti in corso sono ancora in fase di indagini preliminari e che, in ossequio al principio di non colpevolezza fino a sentenza di condanna passata in giudicato, gli odierni destinatari di misura cautelare sono, allo stato, indiziati in merito ai reati contestati e che la loro posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una eventuale sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.

Nell’immagine di copertina La Squadra Mobile e la Procura di Palermo

Adduso Sebastiano

(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)

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