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Spara con il fucile al suo rivale in amore: arrestato e condotto in carcere

I Carabinieri di Caltagirone (CT) hanno fermato un 20enne gravemente indiziato di tentato omicidio e porto abusivo d’arma da fuoco in luogo pubblico. I due si sarebbero dati appuntamento per regolare i conti su questioni sentimentali legate ad una ragazza. Il ventenne avrebbe portato con se un fucile detenuto illegalmente sparando un colpo al 21enne che adesso è ricoverato nell’ospedale Cannizzaro di Catania ma non è in pericolo di vita

I Carabinieri di Caltagirone (CT) hanno fermato un 20enne, P.V., gravemente indiziato di tentato omicidio e porto abusivo d’arma da fuoco, un fucile, in luogo pubblico.

Attorno alle 2 della notte del 28 aprile, un 24enne si è presentato al Pronto soccorso locale dopo aver subito un’aggressione in cui è rimasto ferito da un colpo di fucile al braccio sinistro.

I militari della locale Stazione dell’Arma hanno rilevato che il 24enne aveva riconosciuto il sospetto responsabile.

Secondo la prima ricostruzione, il 20enne già alcune ore prima del fatto avrebbe iniziato ad agire in modo violento a bordo della propria auto, inseguendo la vittima nelle strade del centro, costringendola a fermare il proprio veicolo, colpendola con un bastone lui e frantumando i finestrini e il lunotto dell’auto.

La sparatoria è avvenuta successivamente. Dopo la prima aggressione, ha ricostruito la Procura di Caltagirone su indagini dei Carabinieri, i due si sarebbero dati appuntamento, nella contrada Collegiata, verosimilmente per regolare i conti su questioni sentimentali legate ad una ragazza.

Il ventenne, secondo gli investigatori, si sarebbe nuovamente presentato con un fucile detenuto illegalmente, esplodendo un colpo verso il 21enne. La vittima è adesso ricoverata all’ospedale Cannizzaro di Catania ma non è in pericolo di vita.

Il 20enne fermato è stato condotto nella casa circondariale di Caltagirone in attesa dell’udienza di convalida del fermo da parte del Gip.

L’OPINIONE

Culturalmente pare a volte che negli ultimi decenni stiamo come tornando indietro, quasi regrediti. E ciò appare più inquietante quando lo sembrano anche i nostri giovani. C’è tuttavia in merito come qualcosa di complessivamente preordinato, se non anche deliberato, da parte dello Stato e poi della cosiddetta società civile e dei media (spesso questi ultimi sembrando codazzi opportunisti del primo) affinché non ci si evolva. In questa nostra Nazione poi, coincidenza vuole, sembra pure culturalmente assente la nostra totalità, il cervello, mentre abbondano troppo cose, per carità, rispettabilissime, ma comunque ancorate a lampanti anacronismi, quali anima, spirito, cuore, carattere e similari. D’altra parte anche la scuola dell’obbligo appare di tutta evidenza incatenata a concetti degnissimi ma che andavano bene nei secoli scorsi. La formazione generale di noi cittadini, specialmente giuridica (il fondamento del vivere civile con diritti e doveri) appare palesemente rafferma e, a maggior ragione, per le generazioni più recenti e nuove. D’altronde, solo chi non può o non vuole vedere neanche percepisce che nei trasversali Palazzi e Apparati, il notoriamente conclamato, commistionato e costituzionalizzatosi “sistema” pubblico-politico-istituzionale-professionale-sociale, ci mantiene nell’insieme, non solo nel bisogno e mediocre sviluppo, ma anche culturalmente approssimativi, così da pascolarci meglio, passandoci propagande, magniloquenze, pane e giochi e, contestualmente, facendo debito pubblico e caricando tasse per saziare le rispettive tasche e quelle delle proprie cerchie. Fino a che dura.

Adduso Sebastiano

(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)

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