A distanza di oltre sei anni dall’operazione “Saponara”, eseguita dalla squadra mobile di Agrigento il 20 giugno del 2014, la Procura della Repubblica agrigentina ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a 7 indagati nell’ambito dell’inchiesta contro lo sfruttamento della prostituzione cosiddetta “Saponara” dal nome della strada nel centro storico della città dove gli indagati avevano messo su le case d’appuntamento. Il Pubblico ministero Giulia Sbocchia ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a 2 agrigentini e 5 donne sudamericane.
Si tratta del secondo avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato a distanza di due anni. L’avviso è stato inviato alle sorelle Marival Magaly Manrique Mendoza, intesa “Camilla”, 49 anni, nata in Perù, residente in Due Carrare (Padova), domiciliata in Agrigento in via Saponara, e Jacqueline Yanina Mandoza Manrique, intesa “Janina”, 38 anni, nata in Perù, residente in Cisterna di Latina (Latina) domiciliata in Agrigento, e ancora la loro madre Cirila Maria Huacache Manrique, 79 anni, nata in Perù, residente a Cisterna di Latina, Maria del Pilar Manrique Torres, intesa “Pilar”, 56 anni, nata in Perù, residente in Guidonia Montecelio, domiciliata in Agrigento, Eugenio D’Agostino, 51 anni, di Agrigento, Giuseppe Salamone, 31 anni, di Agrigento, e Valdirene Maria De Oliveira Vieira, 49 anni, nata in Brasile, residente in Sant’Angelo di Piove di Sacco.
Sono accusati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Il vasto traffico di prostituzione era stato scoperto nel centro storico della città dagli agenti della squadra Mobile della Questura di Agrigento. Gli indagati avrebbero gestito due case d’appuntamento nella zona alta della via Atenea, una in via Saponara 10, e la seconda in via Neve 54.
Le donne avrebbero reclutato le altre prostitute – di nazionalità straniera o italiana – e procacciavano clientela.
D’Agostino, invece, è accusato di avere dato supporto logistico alla presunta organizzazione andando a prelevare le prostitute in aeroporto e fornendo alle peruviane le schede telefoniche utilizzate per prendere gli appuntamenti con i clienti. D’Agostino, inoltre, avrebbe riscosso la percentuale degli incassi dalle singole prostitute da riconsegnare a Manrique Mendoza. La brasiliana, invece, secondo la Procura, avrebbe favorito la prostituzione di alcune donne straniere indirizzandole nelle due case di appuntamento di via Neve e via Saponara.
Anche Salamone è accusato di avere reclutato diverse prostitute contattandole e garantendo che avrebbero avuto sicuri guadagni oltre a fornire loro supporto logistico negli spostamenti.
I clienti le contattavano tramite gli annunci pubblicizzati in servizi erotici sulla stampa locale o online.
Le indagini degli agenti della Mobile hanno permesso di accertare un grosso giro di affari.
Gli indagati pretendevano la metà dei guadagni, che venivano partitamente contabilizzate dalle sorelle Mendoza Manrique e da Torres Manrique Pilar e riversate, anche a mezzo post-pay, a Cirila Maria Huacache.
Con l’avviso di conclusione delle indagini preliminari i difensori (gli avvocati Gianfranco Pilato, Daniele Re, Alessandro Marchica, Salvatore Re e Fabio Inglima Modica) avranno venti giorni di tempo per tentare di evitare la richiesta di rinvio a giudizio producendo nuove memorie o con un interrogatorio dei propri assistiti.
(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)