Il Mezzogiorno deve tornare ad avere la centralità che merita, In Italia e in Europa. Un obiettivo che può essere raggiunto partendo dalla considerazione che ha un ruolo centrale per diversificare le fonti energetiche. Lo ha dichiarato il Presidente del Consiglio Mario Draghi in occasione dell’intervento al forum “Verso Sud – Strategia europea per una nuova stagione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo” svoltosi ieri a Sorrento alla presenza anche del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
L’OPINIONE
Come Draghi, lo hanno detto da anni anche altri. Tuttavia dopo decenni non è pressoché visibilmente cambiato alcunché nel Meridione, in quanto di fondo, almeno per chi può o vuole vedere (si può ancora dire ?): non funziona quasi niente nel sistema pubblico-politico-giudiziario-burocratico-professionale-sociale del Sud (evidentemente i Governi, Parlamenti e Istituzioni non desiderano che funzioni così implicitamente si “pascola” senza civili impicci ?).
Nelle Regioni, Città metropolitane e Comuni, regna risaputamente la dissimulata commistione, la corruzione “legalizzata”, l’indolenza culturale, l’arroganza di forzoso mantenimento a prescindere, la reciproca trasversale spartizione, il clientelismo elettorale, il voto di scambio sociale, occupazionale e imprenditoriale, il favoritismo, il mercimonio, il familismo, il timore, l’omertà e, negli ultimi anni, di tutta notorietà, c’è pure una generalizzata lampante impunità (forse si deve pensare per quest’ultimo a direttive ministeriali-istituzionali dall’Alto ?). Nei distretti giudiziari sembra vigere l’interpretazione giurisprudenziale e la discrezionale azione investigativa.
Non esiste una norma che consenta al cittadino di partecipare efficacemente alla Cosa pubblica, quanto meno per segnalarne in modo snello, non costoso e specialmente non troppo rischioso e ritorsivo, l’eventuale devianza.
La delinquenza e le mafie parallelamente (coincidenza vuole da tempo) gestiscono prostituzione, spaccio, estorsione e persino economia, assunzioni, conflitti sociali e tra imprese, se non anche determinanti pacchetti di voti.
Da sempre ad ogni elezione ci si sente raccontare magniloquenze dai leader di destra, sinistra, centro e ora movimento, dagli scranni più alti fino all’ultimo sgabello e rispettivi opportunisti.
I cittadini li hanno provati tutti elettoralmente: un disinganno, uno più dell’altro e viceversa.
Draghi, si ritiene, dovrebbe anche dirci (in concreto): come se ne esce ?
Poi certo, ha ragione il nostro Premier: gli investimenti infrastrutturali sono fondamentali per lo sviluppo e il lavoro.
Però ci vuole insieme anche “il resto”: legalità, deontologia (vera), senso del dovere e dell’aggiornamento, sano timore delle pene, sanzioni e altro (per tutti nessuno indenne), ecc.; che da sempre è anch’esso latitante.
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