Un’indagine della Squadra mobile di Catania e del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, ha fatto luce sull’attività di un’associazione criminale che gestiva una delle principali piazze di spaccio catanese.
L’attività investigativa, denominata “Mezzaluna”, ha portato all’esecuzione dell’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Catania nei confronti di 34 persone, 30 delle quali sono finite in carcere, tre agli arresti domiciliari e una sottoposta all’obbligo di dimora.
LE INDAGINI
L’indagine, condotta tra ottobre 2019 e settembre 2020, ha interessato la zona di via Ustica, la strada a forma di mezzaluna che si trova nel rione San Giovanni Galermo, dove si spacciavano grandi quantità di cocaina e marijuana.
Nonostante la piazza di spaccio fosse ben protetta con barriere e fortificazioni, gli investigatori della Mobile catanese sono riusciti a piazzare videocamere in punti strategici che hanno permesso di documentare la vendita delle sostanze stupefacenti e identificare i membri dell’organizzazione. Ricostruita anche la struttura operativa del gruppo criminale e individuati i suoi capi promotori.
La vendita della droga si svolgeva su cinque turni, con il personale che si avvicendava per coprire tutto l’arco della giornata nei diversi luoghi in cui i pusher lavoravano.
Una parte dell’attività illecita avveniva all’interno di abitazioni dedicate solo allo spaccio, particolarmente controllate e fortificate. Per documentare l’attività che si svolgeva in questi bunker della droga, gli investigatori hanno dovuto ricorrere ad agenti sotto copertura che per mesi si sono finti clienti, recandosi all’interno per acquistare cocaina, filmando tutto con delle microtelecamere nascoste.
La piazza di spaccio rendeva molto bene: ogni spacciatore, a fine turno, si recava a casa del contabile e depositava l’incasso nella cassa comune, che ogni giorno raccoglieva circa 10mila euro.
L’ORGANIZZAZIONE SI RIFORNIVA DALLA CALABRIA
Gli investigatori hanno anche scoperto che l’organizzazione si riforniva di cocaina direttamente dal mercato calabrese.
Durante l’indagine uno dei corrieri è stato fermato mentre sbarcava dal traghetto proveniente da Villa San Giovanni (Reggio Calabria) con cinque chili di cocaina nascosti all’interno di un vano ricavato nella scocca posteriore della sua auto.
PER L’OPERAZIONE SONO STATI IMPIEGATI UN TOTALE DI 250 AGENTI DI DIVERSE CITTÀ
Per il rintraccio e la cattura dei destinatari delle misure cautelari, la Squadra mobile di Catania è stata supportata dal Servizio centrale operativo con numerosi equipaggi dei Reparti prevenzione crimine provenienti da diverse città italiane, nonché da altro personale della Questura, Polizia scientifica, Reparto mobile, Cinofili e un elicottero del Reparto volo, per un totale di circa 250 operatori.
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